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SICUREZZA SUL LAVORO E REATI COLPOSI: omicidio e lesioni colpose, violazioni in materia di sicurezza sul lavoro, responsabilità professionale

Artt. 589 e 590 cp, D.lgs. 81/2008

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Rispetto a pochi anni fa la sicurezza dei cittadini ha raggiunto traguardi importanti. Negli ambienti di lavoro gli imprenditori hanno adottato accorgimenti tecnologici e procedure volte a prevenire infortuni di qualsiasi genere. Nel campo della sanità la ricerca scientifica ha messo a disposizione apparecchiature all'avanguardia e trattamenti terapeutici che hanno allungato sensibilmente la nostra aspettativa di vita.

 

Tali progressi raggiunti nel campo della prevenzione grazie all'impegno profuso dagli imprenditori, dal mondo scientifico, dai professionisti e dalle istituzioni, purtroppo non hanno consentito di annientare la verificazione di episodi di lesioni (art. 590 c.p.) ed omicidi colposi (art. 589 c.p.). Così, i media ci informano frequentemente di fatti che, con la dovuta prudenza e con il rispetto di apposite regole cautelari, si sarebbero potuti evitare: eventi traumatici avvenuti in fabbrica o in cantiere, diagnosi mediche o interventi chirurgici poi contestate dalla procura della repubblica, ecc..

 

Di fronte ad eventi traumatici come questi, sia gli incolpati che le persone offese dal reato, necessitano di una competente assistenza legale sin dalla prima fase del procedimento penale, ove anche l'ausilio di un buon consulente tecnico talvolta si può dimostrare decisivo.

 

L'affermazione della responsabilità dell'imputato per colpa, passa attraverso l'accertamento processuale della sua imprudenza, negligenza o imperizia e, sempre più spesso, tramite la prova dell'inosservanza di specifiche regole cautelari. Del resto l'odierna organizzazione della sicurezza aziendale richiede l'adozione di presidi procedure specifiche, implementate dall'azienda ed impartite agli addetti tramite la formazione.

 

Nel complesso i casi di responsabilità professionale sono in aumento.

 

Tuttavia non va dimenticato che un evento lesivo verificatosi, per essere rimproverato al soggetto a titolo di colpa, deve risultare concretamente prevedibile e come tale evitabile da parte sua.

 

Sotto diversa prospettiva, la difesa delle vittime, accanto al supporto legale di tipo processuale, richiede una congrua quantificazione del danno oltre alla partecipazione alle trattative risarcitorie, che non devono mai perdere di vista la celerità del risarcimento, tenuto conto della sofferenza cagionata dal verificarsi di fatti traumatici.

 

Il campo della sicurezza sul luogo di lavoro, dominato principalmente dal D.lgs. 81/2008, è disseminato di violazioni colpose minori, punite con contravvenzioni talvolta assai fastidiose.

 

Per difendersi dall'acusa di lesioni colpose, omicidio colposo e, più in generale, da altre contestazioni mosse a titolo di colpa nell'ambito di un processo penale, specie nel campo della sicurezza sul lavoro e della responsabilità medica, è indispensabile l'ausilio di un avvocato dotato di notevole esperienza maturata in casi analoghi, in grado di approntare la corretta strategia difensiva, relazionarsi con eventuali consulenti tecnici capaci di analizzare nel dettaglio le dinamiche sottese alla verificazione del fatto.
 

Inoltre, specie di fronte ad eventi di portata mediatica, è necessario tutelare il più possibile l'immagine dell'azienda teatro del sinistro colposo.

 

Sotto il profilo degli interessi delle vittime del reato, sempre più spesso la domanda di danno viene fatta valere direttamente nel processo penale, tramite un avvocato penalista che, pertanto, dovrà essere dotato delle necessarie competenze per la corretta e tempestiva quantificazione del risarcimento, cui si può pervenire sia tramite la costituzione di parte civile nel processo penale, sia, auspicabilmente, per via extra processuale.

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